go, went, gone

Diciotto e tredici, un momento del futuro, la musica mi circonda, devo ricordarmi di rifare i cd dei Placebo, che quello che ho fatto ormai in macchina salta perché è rovinato, Jackie mi guarda dal davanzale, strizza gli occhi, io le strizzo il cuore, mi viene sonno, forse è una reazione, forse spegne l'interruttore. Diciotto e quindici, il cuore batte nello stomaco, il tè si sta raffreddando, I can see for miles in your eyes, non era niente, solo i colori dei post-it che mi girano addosso in arcobaleno a rate, ho staccato una fetta di cervello per scrivere in automatico, ho le ginocchia ancora fredde ma il livido sulla gamba che si gonfia e tira, Daniele ce la farà come ho fatto io, oggi ancora non ho cantato, ma che dici, certo che hai cantato, e c'era il sole giusto, sereno, devoto, attrezzato alla notte, io mi preparo a esser cieca, a cercare le risposte, ad aspettare i sorrisi, un sorriso, me ne basta uno per mettermi a piangere, alle diciotto e diciannove si può fare solo questo.

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Resti