femme d'à côté
L'ultima volta che ti ho visto eri sul mio letto ed eri leggerissima. La cosa più pesante erano le tue lacrime mentre cercavi di raccontarmi una frazione delle tue angosce.
Avevi sospeso il tempo, ritagliandolo solo per te e me, fino a notte fonda, finché la notte non è affondata sotto tutte le parole che sono sbucate fuori. Eppure ne ricordo pochissime. Ricordo che avrei voluto aggrapparmi in qualche modo alle tue guance per rassicurarti, con la stessa testardaggine con cui ora vorrei esserci, e non trovo il modo, non ne conosco uno valido.
Quella sera eri come trasparente. Vestita di nulla, scura e riccia. In fondo eri venuta a cercarmi. Mi ha assalito la paura di saper esplorare le tue.
Ho avuto timore di toccarti e non trovare per te una stretta che non finisse per essere una morsa.
Prima che te ne tornassi esausta a dormire nel tuo letto, avrei voluto a disposizione un modo, uno qualsiasi, per farti sentire il bene che ti volevo, un modo intimo come il sesso e rispettoso come il silenzio, un modo definitivo e totale, avrei voluto poter fare l'amore con te senza toccarti, perché passasse l'affetto e non si confondesse col desiderio.
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