fascio vibrante sordo
Il rumore delle porte che si chiudono, dello spazzolino che si infila tra i denti, dell'ultima goccia che risale nella caffettiera e del primo anticipo di separazione, perché tutto è rumore: traccia sonora per la luce che comincia a filtrare senza chiedere il permesso, accompagnamento casuale e sconnesso al silenzio irreale delle prime ore del mattino. Nessun rumore è neutro.
Le gambe si muovono veloci nell'ansia di sorpasso della realtà confezionata e servita, i movimenti sono sinceri ma materiale di risulta, dimenticati sul cantiere ormai chiuso insieme a un non più valido cartello di Lavori in corso. Perfino l'alba rossa in fondo a tutte le strade smette di significare qualcosa oltre la materia.
Fascio vibrante. Sorta di Roma emotiva, tutte le risonanze portano a me. Mi giro per le strade deserte trascinando una ragnatela di legami a tutti gli oggetti e i posti significanti, di cui non voglio sentire le vibrazioni. Fascio che vibra in assenza d'aria non produce suono: sordo come una corda vocale mutilata dalla nascita. Fascio vibrante mutilato, che appare sordo e risulta muto, come chi riesce ancora a percepire il suono ma non sa più come riprodurlo.
Tutte le vibrazioni portano a me, e la mia straordinaria antenna capta e parcheggia, capta e parcheggia. Il cuore si spegne, i sensi si svuotano, la mente si isola e il fascio si fa sordo.
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