unheard
- Chi è?
- Una persona a cui ho voluto bene.
Come si fa a parlare al passato? Come si fa a identificare qualcuno per un sentimento terminato? Se a una persona hai voluto bene, gliene vuoi per sempre. Il bene può solo morire di colpo, ammazzato da un colpo di pistola, il bene non si può coniugare al passato, non è questo il caso.
Allora, forse, riformulo. Una di quelle persone a cui mi impedisco di voler bene, oggi, ora. Ammettere l'indicativo presente significherebbe esporre la ferita, aspettare il colpo, temere il dolore. Ecco, sì. Io ho bisogno di voler bene ma temo il dolore. E in questo sono uguale a tutti, e non vorrei doverlo scoprire più, non una sola volta di più. Accetterei di volere ancora bene se solo se fossi capace di non avere paura. Perché a questa persona ho voluto bene a tal punto, che se per caso dovessi rivederla so che mi esploderebbe il cuore, mi si annoderebbero le emozioni. In fondo quel sentimento non mi ha mai abbandonato: il mio affetto è in coma, incapace di comunicare col mondo esterno. Il mio è affetto sincero, ma autistico, che si ripara dall'affetto comune. Coma farmacologico per evitare di patire il dolore che fa quando cerca di raggiugnere il mondo esterno.
Insomma, chi è questa persona? Uno a cui voglio bene davvero, con una parte di me con cui non riesco a venire a patti. Con un affetto muto che ha smesso di muoversi.
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