Gnastarelle
Tutte cose che non sapevo, e non potevo immaginare - sento la mia anima fare un piccolo sforzo. Come se dovessi “spingere” questo particolare dentro la tua immagine, nel modo in cui si infila un libro in uno scaffale già zeppo. Ma nell’attimo in cui lo facci, tutto ciò che so di te si ridispone intorno a quel particolare.
Noi figli spendemmo il residuo del pianto come se avessimo dovuto restituire la parte del cuore che non usavamo più.
[Pino Roveredo - Capriole in salita]
...e io ricordo ancora la sensazione fisica di angoscia che mi riempiva, strisciando, per poi fossilizzarsi nel punto in cui, una volta, c’era la gioia di vivere. L’angoscia che tutto quello che c’è di buono in me non sarà mai dato a nessuno, e nessuno lo vorrà mai. Ma cosa c’è di buono in me?
Guardami dritto negli occhi e chiedimi di nuovo, come hai fatto nella lettera, se per caso i muscoli dorsali della mia anima non si stiano atrofizzando e se tu non stia diventando troppo pesante per la mia illusione. Chiedimi dell’altro, chiedimi quali sono le mie vere sensazioni quando ti apri così davanti a me. Non rinunciare, aiutami a combattere il gemello nero che c’è in me, perché da solo non ne sono capace, non posso vincerlo. Chiedimi di affrontare senza riserve i miei sentimenti verso questa tua ferita aperta che mi risucchia al suo interno, richiudendosi sopra di me. Chiedimi di provare il dolore di un altro, di sentire dove fa male, in quale punto del corpo.
Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso.
[David Grossman - Che tu sia per me il coltello]
Nel compito di biologia di Avishay Riklin leggo: “Affinché un uccello possa sviluppare appieno le proprie doti canore deve entrare in contatto con altri esemplari della sua specie fin dai primi mesi di vita. In caso contrario la sua capacità canora verrà compromessa”.
Rimango immobile, lo sguardo perso nel vuoto. Per lunghi minuti, probabilmente, finché Ariela mi da un leggero strattone. Sguardi incuriositi e preoccupati. Ho la gola in fiamme.
(Vieni a cantare con me, individuo della mia specie.)
Secondo me, svelare a una persona qualcosa che non sa di se stessa è un grande dono d'amore. Il più grande.
[David Grossman - Che tu sia per me il coltello]
- I know you're not allowed to talk about what's happening but do you want to talk to me about how you feel?
- Like I've been in a foreign country. But I was there for such a long time that it all started to feel really familiar. So when I came home it feels like a foreign country, too.
[The East]
Man mano che la bottiglia si svuota, il suo liquido bruno, simile a cherosene che alimenti una lampada, irradia, attraverso parole e ancora parole, il calore intenso della disperazione.
[Edmund White - Un giovane americano]
Andai alla finestra e guardai fuori. Stava calando la nebbia. Una bellissima nebbia. Guarda che bellissima nebbia. Le lanciai baci. La accarezzai con le mani. Cara Nebbia, sei una fanciulla in una veste bianca e io sono un cucchiaio sul davanzale. È stata una giornata calda, e io sono tutto caldo, dunque ti prego baciami, cara nebbia. Volevo saltare, vivere, morire, volevo… dormire da sveglio in un sogno senza sogni. Che cose meravigliose. Che meravigliosa chiarezza. Stavo morendo, ero morto, ed ero immortale. Ero il cielo e non lo ero. C’era troppo da dire, e non c’era maniera di dirlo.
[John Fante - La strada per Los Angeles]
Dieu veut que nous avons pitié de nous-mêmes.
Si vous n'avez pas pitié de vous-mêmes, comment vous aurez pitié des autres?
[Un poison violent]
A me la parola tolleranza non piace. Se tu devi tollerare qualcuno, non c'è il senso di uguaglianza.
[Il vento fa il suo giro]
- Tu connais Bjorn Magnersen?
- Non.
- C'est un grand... c'était un grand écrivain de chez nous. Il a écrit: "Toute action humaine est une manifestation contre la mort. " . C'est une phrase très importante.
- C'est une phrase très dangereuse.
- C'est une phrase qui m'aide à me réconcilier avec l'humain.
[Maelström - Denis Villeneuve]
Allora lo prendeva la tristezza, perché capiva che per loro stessa natura gli esseri umani non sono capaci di sentire che è stata data loro, una certa volta, la vita. Di sentirlo davvero, con un'acutezza e un'emozione primordiali. Quando era stata data loro la vita non erano stati capaci di comprendere il valore del dono, e dopo non si erano più affaticati a rifletterci su. E perciò sentono la vita solo nel suo lento rifluire dal loro corpo; sentono solo il proprio spegnersi, il proprio finire lento e sicuro. Dunque è un errore chiamarla "vita". È un'idiozia chiamarla così; perché è la loro morte che vivono gli umani, così, alternando cautela e paura, come se piantassero i talloni in terra per non scivolare troppo presto sulla tanto ripida china.
[David Grossman - Vedi alla voce: amore]
"E in quella stanza sono concentrate tutte le essenze più forti e aspre di quei giorni" disse lei e i suoi occhi vagavano ancora lontano da me, "ma ciò che stupisce è che in quella stanza non ci sono risposte già pronte. Nulla vi è detto. Tutto è solo possibile. Solo alluso. Solo possibilitato ad avverarsi. O destinato. E tu sei obbligato a passare tutto ciò di nuovo. Tutto. E sentirlo sulla tua carne viva. Senza intermediari e senza controfigure che eseguano le parti pericolose a te affidate. E se non hai dato alla Sfinge la risposta giusta - sei sbranato. O ne esci senza capire. E a mio parere è lo stesso."
[David Grossman - Vedi alla voce: amore]
Intanto non la chiamare gente, sono persone, una per una. Se la chiami gente non fai caso alle persone. Non si possono sentire i pensieri della gente, ma quelli di una persona alla volta.
[Erri De Luca - Il giorno prima della felicità]
È una tetra baracca di legno, a due piani, con finestre chiuse da tende. Sulla porta è attaccato un cartellino: "Comandante del Campo"; e sul muro esterno, un cartello più grande: "Impresa di Costruzioni Schönbrunn, Lipsia & Schmidt, Mümsterman". Di particolari come questi ne so un numero infinito. Solo l'essenziale mi manca.
[David Grossmann - Vedi alla voce: amore]
Ebrei erranti che non si muovevano nemmeno di un passo da dove stavano. E tutti aspettavamo qualcosa, e non sapevamo cosa.
[David Grossman - Vedi alla voce: amore]
Bisogna radunare insieme tutti i più valenti professionisti affinché eseguano la ricerca che è più importante e più necessaria. Analizzare l'essere umano fino all'ultima cellula, e capire cosa c'è dentro. Martellare, battere il materiale-uomo, schiacciarlo, appiattirlo, finché non spicchino i lineamenti del segno. Il marchio di fabbrica. Il numero, la combinazione che apre la cassaforte. Il manuale d'istruzioni per l'uso di questa macchina, un libro che spieghi una volta per tutte a cosa è destinata e come la si deve usare e come e quanto la si può migliorare. E cosa fare nel caso che si guasti e lei stessa non possa correggere da sé i propri errori. [...] Sì. L'essere umano bisogna smontarlo. Disarticolarlo membro a membro. Dividere ciò che è chiamato "vita" nei più fini filamenti della sua trama, e porre ogni filamento sotto la lente del microscopio. Neutralizzare così, in modo scientifico e bene ordinato, tutto ciò che non è più sopportabile, "l'aggressività", per esempio, e "l'amore", per esempio, fino a che non ci si facciano ben chiari e non cessino di darci un tale "dolore" e dei tali "tormenti". Fino a che comprendiamo. E fino ad allora - sospendere tutto: "l'amore" e "la pietà" e "la morale". Fino ad allora non esisteranno "giusto" e "non giusto". "Amante" e "non amante". Non ci saranno "scelta" o "libertà". Siamo in regime d'emergenza, un pugno e quattro dita, tutta questa roba è solo un lusso superfluo, adatto ai giorni di "pace", e a creature pronte a "credere" nell'essere chiamato "uomo" e nel suo "buon cuore" e nella sua "vocazione morale", e nello "scopo" "della" "sua" "vita", [...]
[David Grossmann - Vedi alla voce: amore]